FAQ

  • Quanto costa?

    Il tariffario (per quanto non più in vigore) delle prestazioni psicologiche è consultabile da tutti sul sito dell’Ordine Nazionale degli Psicologi. Le tariffe sono nel range tra la tariffa minima e la tariffa massima. È piuttosto improbabile stabilire il costo di un trattamento o di una consulenza senza aver prima visto la persona o le persone interessate. Sono troppi gli elementi che devono esser valutati: il tipo di problema, i tempi che lo psicologo ritiene siano necessari per trattarlo, la gravità della situazione, ecc… Proprio per questa ragione il tariffario dell’Ordine Nazionale degli Psicologi non indica delle cifre ma indica dei range ai quali anche io mi attengo. Nella prima seduta vengono fatte tutte le valutazioni necessarie per stabilire tempi, costi e frequenza delle sedute necessarie per risolvere il problema portato in tempi brevi.

  • Quanto dura un percorso psicologico?

    Il trattamento terapeutico è come un vestito fatto su misura: si adatta alla specificità delle situazioni e all’unicità di ciascuno di noi. Per questo è difficile poter dare una risposta precisa rispetto alla durata generica di una terapia. Essendo ogni persona diversa e ogni problema differente, la durata del percorso può variare e sarà adattata in base al singolo caso. La terapia breve (nella sua accezione più generica) non supera mai le 15/20 sedute. È un intervento breve e focale, incentrato nel portare alla soluzione nel minor tempo possibile. Le tecniche terapeutiche sono ben scelte e applicate, sono in grado di indurre dei cambiamenti già dalle prime sedute del trattamento. Se ciò non dovesse avvenire, il terapeuta è solito interrompere il trattamento e indirizzare la persona a un collega dello stesso o di diverso orientamento.

  • Quanto tempo dura una seduta?

    È difficile stabilire un tempo a priori. Direi che dura il tempo necessario. In media 50 minuti. Dipende dal caso, dal problema e da cosa accade in seduta.

  • Ogni quanto avvengono le sedute di terapia?

    Le sedute della terapia sono a cadenza settimanale. Una volta ottenuto lo sblocco del disturbo/problema, e quindi il primo sostanziale miglioramento, le sedute vengono distanziate ogni 15 giorni per permettere alla persona di sperimentare le ritrovate risorse e capacità nella propria vita quotidiana senza che venga a crearsi un forte vincolo con la figura del terapeuta. La terapia si conclude infine con 3 controlli (follow-up) condotti a distanza di 3 mesi, 6 mesi e 1 anno dalla fine della terapia per verificare il mantenimento del risultato nel tempo. 

  • La terapia prevede l'utilizzo di farmaci?

    La terapia strategica integrata che io utilizzo consiste in interventi di tipo psicoterapico e, come tali, non prevedono l’ausilio di farmaci. Al contrario, qualora il paziente arrivasse con una cura farmacologica in corso, sarà mia preoccupazione giungere – negli ultimi stadi della terapia – a metterlo in grado di interrompere completamente l’utilizzo dei farmaci. Questo avviene, generalmente, in tutti i casi di disturbi d’ansia (ansia generalizzata, attacchi di panico, ossessioni, compulsioni, agorafobia e altre fobie), disordini alimentari o depressione reattiva. In questi casi, liberare la persona dalla dipendenza dal farmaco rappresenta uno dei compiti principali del terapeuta e un aspetto fondamentale per potere dichiarare la terapia conclusa efficacemente. Lo scalaggio dei farmaci avverrà in collaborazione con gli psichiatri con i quali collaboro.

  • Come posso aiutare un familiare che credo abbia dei problemi psicologici ma che si rifiuta di incontrare uno specialista?

    Molto spesso le persone che presentano determinati tipi di problemi, ad esempio disordini alimentari o particolari difficoltà relazionali, rifiutano di rivolgersi ad uno specialista o appaiono estremamente resistenti a qualsiasi tipo di intervento. In questi casi la famiglia, se adeguatamente indirizzata, può svolgere un ruolo fondamentale e determinante nel trattamento del disturbo. In queste situazioni sono solito fare un primo incontro con la o le persone che lamentano il problema (sebbene questi non siano i “portatori” del disturbo) e valutare con lei o loro cosa sia possibile fare per intervenire. Potrò quindi dare indicazioni su come cercare di coinvolgere il “portatore del disturbo” nella terapia, oppure potrò dare indicazioni concrete ai familiari su come comportarsi relativamente alla persona e al disturbo in questione, ricorrendo così ad una forma di terapia indiretta. In seguito a questo intervento può capitare che il “paziente” decida di entrare in terapia in un secondo momento; negli altri casi la terapia procede solo in maniera indiretta. 

  • Quello di cui parliamo in terapia resta segreto?

    Tutto quello di cui si parla durante la terapia è legato dal segreto professionale e protetto dalla legge sulla Privacy. La riservatezza e l’anonimato sono rispettati anche quando, come richiesto dal codice etico, confronto il mio lavoro clinico con un supervisore, cioè un collega esperto che mi aiuta a mantenere gli alti standard professionali richiesti e che rispetta lui stesso.

  • Posso interrompere la terapia quando voglio?

    È possibile concludere il percorso terapeutico in qualunque momento. In genere si cerca di concordare insieme la fine del percorso; ciò che è importante è dedicare al tema della chiusura almeno un ultimo incontro utile a riflettere su cosa stia accadendo, tirare le fila del lavoro fatto fino a quel momento e mettere a fuoco gli obiettivi raggiunti. Questo è in genere un momento molto prezioso che consente di mettere in luce aspetti utili a conoscersi meglio ed eventualmente a ricominciare in futuro una nuova esperienza terapeutica ripartendo dal punto in cui si è conclusa quella precedente.

  • La consulenza psicologica è detraibile?

    Si tratta di una prestazione sanitaria è come tale può essere detratta. Inoltre trattandosi di spese esenti da IVA, perché sanitarie, le fatture di importo superiore a 77, 47 Euro, devono recare una marca da bollo da 2 Euro.

    ATTENZIONE: Ai sensi del D.L. 175/2014, lo psicologo è tenuto a trasmettere al “Sistema Tessera Sanitaria” (STS) i dati delle spese sanitarie sostenute dai pazienti, a fini di predisposizione automatica della documentazione fiscale. Tu puoi esercitare l’opposizione all’invio di tali dati, prima dell’emissione della fattura, tramite richiesta verbale che verrà annotata per iscritto in fattura.

    Ai pagamenti in contanti non si applica la detrazione fiscale: si fa presente che, ai sensi dell’art. 1, comma 679, Legge n. 160/2019, ai fini Irpef la detrazione del 19% spetta a condizione che il pagamento sia effettuato con bonifico bancario o postale, o con altri sistemi di pagamento previsti dal decreto legislativo n. 241/1997 (bancomat, pos).